Notizia per niente GLAMOUR.
Tra il 2005 e il 2008 un plotone di italiani ha fatto la corsa per accaparrarsi un appartamento fantasmagorico su una delle torri ultramoderne della Dubai Marina, o sulle Jumeira Islands o sulla Palm Deira, quartieri «alla moda» della Las Vegas del mondo arabo. Prezzi accessibili e prospettive di crescita economica a due cifre dell’emirato hanno attirato capitali provenienti da tutto il mondo. Poi, a partire dal 2008, la bolla immobiliare che stava montando a Dubai è esplosa e da settembre di un anno fa i prezzi delle case hanno iniziato a crollare a una velocità spaventosa, complice anche la crisi internazionale.Avevate investito a Dubai? Vi sarete di certo resi conto che i prezzi della vostra casa sono scesi almeno del 50% in un anno. Ebbene, ci dispiace dirlo, ma non è finita.
Secondo gli analisti del Credit Suisse, infatti, vista la grande quantità di appartamenti invenduti (l’offerta rimarrà elevata nei prossimi anni data la grande quantità di cancellazioni di ordinativi a costruzioni ormai avviate) e la scarsità di domanda da parte di potenziali acquirenti (assenti), i prezzi potrebbero scendere ancora per tutto il 2009 e anche nei primi sei mesi del 2010. Di quanto? Tra il 10% e il 20% a seconda dei quartieri.
A dimostrazione di questa fase difficile del mercato di Dubai c’è anche il crollo delle compravendite: -57% tra giugno del 2009 e giugno del 2008. E gli affitti non vanno in controtendenza: per un bilocale sono scesi in media del 35% tra dicembre del 2008 e giugno del 2009 con picchi del -50%.
Gli unici segnali di sostegno (pochi in verità) per il mercato di Dubai sono il graduale avvicinamento tra prezzo di offerta e domanda già avviato, l’emigrazione da Abu Dhabi verso Dubai da parte di molti lavoratori, la ripresa (timida) dell’erogazione del credito. E visto che gli Emirati Arabi Uniti sono considerati uno degli angoli del pianeta dove la popolazione aumenterà di più nei prossimi anni…. c’è da ben sperare nel fatto che superata la crisi la Las Vegas araba torni a far sorridere quanti avevano già investito nelle sue meraviglie.
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