The cloud

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Nel 2012, Londra, la città della pioggia e della nebbia, potrebbe ospitare una delle icone dei Giochi Olimpici tra le più spettacolari mai viste. Si tratta di The Cloud, progettata da un folto gruppo, guidato dall’italiano Carlo Ratti, composto da architetti, ingegneri, tecnici provenienti dall’Arup, dall’M.I.T., da Google, dallo scrittore italiano Umberto Eco e da artisti come Tomas Saraceno.
All'origine dell'idea vi è una richiesta di Boris Johnson, sindaco di Londra, perchè si presentassero progetti spettacolari per la città. The Cloud è una torre leggera e trasparente che potrebbe essere costruita nel Parco Olimpico della capitale britannica, costituita da sfere cave che emettono luce. L'obiettivo è quello di creare uno schermo tridimensionale sospeso nel cielo di Londra, alimentato da informazioni provenienti da tutto il mondo.
"Si tratta di un nuova forma di espressione collettiva" sottolinea Carlo Ratti, direttore del laboratorio SENSEable Cities. Secondo i responsabili del progetto, "la proposta è leggera come l'aria, un omaggio all’era del bit e degli atomi in una struttura che collega non solo con i partecipanti ai giochi olimpici, ma anche con il mondo intero".

Il THE CLOUD - © THE CLOUD | WWW.RAISETHECLOUD.ORGdesigner Alex Haw definisce il progetto come “un grande sforzo collettivo per accumulare energia”, che potrebbe essere raccolta in vari modi. Uno di questi è attraverso sottili pannelli fotovoltaici collocati sulle bolle. La capacità di generazione di energia con questo sistema sarebbe di 200 MWh all'anno, il che renderebbe The Cloud in grado di produrre più energia rispetto a quella consumata e servirebbe a fornirla ai quartieri della zona orientale di Londra. Inoltre, "l'energia necessaria a scendere dal monumento sarebbe trasformata in energia elettrica grazie ad ascensori con frenata rigenerativa, come accade nelle auto ibride". Altra fonte di energia per la struttura sarebbero gli stessi visitatori, perché la forza impressa dai loro passi sarebbe raccolta da dispositivi che la trasformerebbero in energia elettrica.
La vita della stuttura inizialmente sarà di quattro anni, il periodo compreso tra i Giochi Olimpici di Londra e quelli di Rio de Janeiro del 2016. "Ci aspettiamo, però, che l’edificio diventi eterno, come è successo con il London Eye", ha dichiarato Ratti.
Il monumento avrebbe molte particolarità tecnologiche. Ogni bolla avrebbe una propria atmosfera interna e una pressione costante, e i sistemi di controllo dell’aria sarebbero interconnessi. In aggiunta, la torre di sostegno delle bolle, utilizzerà il calore generato e la differente pressione dell'aria per creare una corrente che ventili gli spazi pubblici in estate e li riscaldi in inverno. Il progetto, per produrre energia, utilizzerebbe anche l'acqua per muovere una serie di microturbine e, per evitare di sollevare l'acqua a grandi altezze, vi sarebbero sistemi di captazione della pioggia.

The Cloud, di cui sono ancora sconosciute le reali dimensioni, avrà LED luminosi, alimentati dalle informazioni in tempo reale che saranno visibili da ogni zona di Londra. All’interno, invece, sarà come galleggiare in uno schermo tridimensionale che proietta informazioni sul numero dei visitatori, il livello d’inquinamento acustico, le mappe dei sistemi di trasporto, etc.
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Al momento il progetto, in attesa di approvazione da parte del Governo londinese, ha necessità di raccogliere fondi perchè potrebbe avere un costo variabile da 5 a 50 milioni di sterline. La flessibilità della sua struttura, però, permette di adeguare le sue dimensioni all’importo raccolto.
The Cloud non è una novità nel suo genere. Una nuvola, vera, il Blur Building era stato già realizzata, su progetto dello studio Diller Scofidio + Renfro, a Yverdon-les-Baines in Svizzera in occasione dell’Expo del 2002. Si tratta di una piattaforma in acciaio, sospesa sul lago di Neuchâtel, circondata da una nube artificiale perenne, generata da irroratrici computerizzate che vaporizzano ad alta pressione l’acqua del lago, trasformandola in gocce talmente piccole da restare sospese nell’aria creando l'effetto di una nube visibile da molti chilometri di distanza.
Fonte: archiportale.it

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